C’è l’ottimista che è convinto di rialzarsi dalla poltrona con il sorriso di Tom Cruise, e il pessimista che ha paura di ritrovarsi lo smalto degli incisivi ridotto come una strada provinciale della campagna pavese. Sono molte, anzi troppe, le leggende metropolitane che circondano lo sbiancamento dentale.
Perché sbiancare i denti?
Il motivo per cui si ricorre allo sbiancamento è essenzialmente estetico. I risultati al termine del trattamento sono evidenti e, se eseguito in modo corretto, non ci sono assolutamente ripercussioni sulla salute del dente, se non una leggera ipersensibilità che dura al massimo qualche ora. Ed ecco che già viene meno la credenza popolare che vorrebbe lo smalto dentale irrimediabilmente compromesso dalle sedute di sbiancamento. Ci sono persone che nascono con denti che già tendono vagamente al giallo o al grigio.
Altre che, invece, li hanno macchiati perché da piccoli, mentre la dentatura permanente si stava formando, hanno assunto determinati antibiotici che hanno pigmentato e dunque macchiato lo smalto. Altre ancora che vogliono semplicemente un sorriso più bianco di quello che hanno. A questo punto si aprono due strade: quella di un trattamento domestico fai-da-te; e quella di una seduta in uno studio dentistico.
I prodotti fai-da-te sono sicuri?
Nel caso di un trattamento domestico, è bene sapere sin dal principio che i risultati saranno inferiori. Ci sono le famose strisce o le mascherine termoplastiche cui aggiungere gel specifici: sono metodi che, se eseguiti correttamente, non sono affatto nocivi. Proprio per garantirne la completa sicurezza, però, l’Unione Europea ha da qualche anno ridotto la percentuale massima di perossido di carbamide (il principio attivo che rende più bianco il dente) che questi prodotti possono contenere. Con meno rischi, certo, ma anche meno efficacia nel risultato.
Come funziona il trattamento dal dentista?
In questo caso la seduta inizia con una profonda pulizia, che permette di eliminare la maggior parte delle macchie dovute al cibo e alle bevande. Le gengive e le labbra vengono protette con una speciale sostanza, quindi si procede con l’applicazione del gel sbiancante. Ci sono tipi diversi di gel, alcuni dei quali necessitano della luce di una lampada a luce fredda per attivarsi. In ogni caso, il tutto termina nel giro di una mezz’oretta. Usciti dallo studio del dentista, è vivamente sconsigliato fumare, mangiare cibi colorati (come spinaci o prugne secche) e bere caffè e vino rosso. Per almeno qualche giorno, meglio se una settimana.
Ci sono effetti collaterali?
Al termine dello sbiancamento è possibile soffrire di ipersensibilità dentale al freddo o al caldo, ma il problema tende a risolversi nel giro di poche ore e raramente si deve ricorrere ad antidolorifici. I soggetti più giovani, in generale, sono più soggetti a questo effetto collaterale, perché hanno tuboli dentali di diametro maggiore rispetto agli adulti. Per questo, il trattamento è sconsigliato per chi ha meno di 16 anni.
E per mantenere il risultato nel tempo?
Oltre a un’accurata igiene orale, può rivelarsi sufficiente una seduta di trattamento domestico ogni tanto, magari ogni 30 o 60 giorni. Per quanto riguarda lo sbiancamento eseguito dal dentista, invece, bisogna lasciare passare almeno 6 mesi tra una seduta e l’altra.
Veniamo al portafoglio. Quanto costa?
Il costo medio di un trattamento professionale di qualità può oscillare tra i 350 e i 500 euro. È importante, però, che il paziente sia informato sin da subito delle concrete possibilità di miglioramento del colore dentale: il trattamento è indubbiamente efficace, ma ci sono denti che proprio per la loro stessa natura non potranno mai essere di un bianco splendente. In quel caso, si possono valutare altre strade, come l’impianto di faccette dentali. Faccette che, però, rientrano nella categoria “protesi”. E allora quella è tutta un’altra storia.