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«La prevenzione della carie inizia nella testa di mamma e papà».I denti nascono sani e sta a noi mantenerli tali per il resto della vita. A partire dagli anni ’70 la carie ha cominciato un lento declino, tuttora in atto, tanto da scomparire in gran parte dei bambini e degli adolescenti  grazie soprattutto all’azione del fluoro – in alcuni Stati era stato aggiunto all’acqua potabile perché ne erano stati scoperti gli effetti positivi sullo smalto dei denti – e all’uso dei dentifrici contenenti fluoro. Nonostante il trend positivo di diminuzione dell’insorgenza della carie nei bambini gli zuccheri sono però sempre in agguato, pronti a erodere lo smalto. Per questo è bene che, sin da piccoli, si impari a prendersi cura della propria bocca: «I denti da latte sono una palestra con cui il bambino deve allenarsi per acquisire uno stile di vita positivo che gli consentirà di vivere una vita senza trapano. Se i genitori iniziano a pulire i denti da latte appena spuntati, il bimbo non avrà nessuna difficoltà ad abituarsi a lavarli». Particolari segreti non ce ne sono: «Bisogna iniziare molto presto. Un modo classico per  acquisire un comportamento è l’imitazione: un piccolo che vede i genitori  pulirsi i denti, magari stimolato, tenderà naturalmente a farlo».
Ma come si lavano i denti da latte?
Semplice: all’inizio lo spazzolino non serve. «Quando spuntano i primi dentini è opportuno che due volte al giorno la mamma o il papà passino sui denti una garza imbibita di dentifricio al fluoro con una concentrazione non superiore a 500 parti per milione (ppm)». Le cose poi cambiano con l’età: «Dai 2 fino ai 6 anni  è necessario che i genitori sollecitino e aiutino un bambino a lavarsi i denti con un dentifricio contenente 500/1000 ppm di fluoro mettendone sulla testina una piccola quantità». Mentre dai 6 anni in su è bene aumentare la quantità di dentifricio – pari a una striscia di dentifricio di 1-2 cm – mantenendo la concentrazione di 1000/1400 ppm di fluoro. «Va da sé che un bambino non sa lavarsi i denti; lavare i denti vuol dire rimuovere con le setole la placca batterica – spiega l’esperto -. Un piccolo non ha la maturità neuromuscolare per farlo. Ma è importante che lo si abitui a farlo due volte al giorno: da una parte garantirà il necessario apporto di fluoro in bocca, dall’altra acquisirà un’abitudine utile per il resto della vita».
Quanto alla regolarità delle visite di controllo dal dentista, «Non esiste nessuna regola.Se un bimbo è a basso rischio può essere visto anche a distanza di 1 anno, ma se è molto ricettivo alla carie va controllato anche dopo 4 mesi. Deve essere l’odontoiatra che, in base alla ricettività individuale, stabilisce la periodicità delle visite di controllo».
Le linee guida SIOI – Quattro anni fa la SIOI, sulla scia di altre società scientifiche internazionali, ha pubblicato le linee-guida per la prevenzione della carie nei bambini da 0 a 12 anni: «Dopo aver passato in rassegna il concetto del ‘rischio carie individuale’ per ciascun bambino, ampia enfasi è stata data al consumo di prodotti fluorati e nello specifico dei dentifrici al fluoro, vero spartiacque per la prevenzione della carie – conclude lo studioso -. Il dentifricio con concentrazioni di fluoro differenziate per età pediatrica rappresenta la miglior forma di prevenzione della patologia cariosa, mentre viene bocciato l’uso delle compresse al fluoro. I concetti espressi dalle linee-guida italiane sono stati  confermati in modo unanime in questi ultimi anni da altre società scientifiche internazionali di odontoiatria pediatrica».
Poche regole per gli adulti – «Il fluoro, per essere efficace, deve trovarsi in bocca al momento giusto (durante l’attacco acido dei batteri), al posto giusto (cioè tra smalto e batteri), e nella giusta quantità»: l’indicazione, contenuta nelle linee guida statunitensi per la prevenzione della carie, significa, in parole povere, che per proteggere i denti dalla patologia dentaria più diffusa «ci si deve lavare i denti almeno due volte al giorno con dentifrici al fluoro». Almeno nel caso di una bocca sana e senza particolari problemi. «Per mantenere una bocca in salute è necessario praticare una efficiente igiene orale. Se per i bambini – e soprattutto per i più piccoli – il gioco dello spazzolino è  l’anticamera per acquisire la buona abitudine dell’igiene orale, per gli adulti le cose cambiano». Un adulto, infatti, può presentare una bocca affetta da parodontopatia oppure caratterizzata da riabilitazioni più o meno estese, comprendenti protesi fisse con o senza impianti: «In questo caso l’accuratezza nell’igiene orale, come pure gli strumenti da utilizzare, cambiano  Nel caso di parodontopatie o presenza di protesi, infatti, al classico spazzolino si affianca l’uso degli scovolini, vale a dire gli spazzolini di foggia e dimensioni differenti che passano tra i denti, indispensabili per la rimozione della placca batterica negli spazi interdentali e sotto le protesi». In questi casi non basta lavarsi i denti due volte al giorno: «Le manovre di igiene orale, a cui i pazienti devono essere correttamente istruiti dal dentista o dall’igienista di fiducia devono essere condotte anche tre volte al giorno».

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Sandro Siervo

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